giovedì 19 aprile 2012

dimissioni presidente

Le associazioni studentesche sono uno degli aspetti più interessanti nella vita dello studente; permettono, infatti, di unire gli studenti attraverso interessi comuni.
Creando CHELISA mi impegnavo a costituire un'organizzazione
apolitica, quindi non trascinata da uno dei figuri che gestisce il famoso sistema per avidità, senza vergognarsi di sfruttare l’ingenuità di studenti che possono essere suoi figli, per guadagnare voti
senza scopi di lucro, quindi senza rischi che qualche arrivista potesse sfruttare il nostro impegno per profitti personali,
gestita da un gruppo di studenti universitari che, pur rimanendo legato ai corsi di studio, sarebbe stato aperto ad accogliere tutti coloro che avessero riconosciuto i propri obbiettivi nei nostri.
Questa voleva essere un punto di riferimento ed aggregazione per gli studenti dei corsi di laurea in Lettere Beni Culturali, Turismo, ma anche per tutti coloro che, mossi dalla passione, l’avessero ritenuta utile per l'approfondimento, l'applicazione e lo sviluppo dei propri  interessi culturali e delle proprie attitudini professionali.
Promuovere l'aggregazione e il confronto tra gli studenti, ampliare ed integrare l'orizzonte formativo, svolgere opere di approfondimento per la conoscenza dell'arte, della letteratura e dell'archeologia anche in campo tecnico-pratico, sviluppare rapporti di scambio e collaborazione con organizzazioni italiane ed internazionali, sensibilizzare l'opinione sui problemi dell’Università, della Regione, della gestione della nostra ricchezza, il patrimonio culturale del territorio, sono tutti obbiettivi che avrei voluto raggiungere con la sinergica collaborazione dei membri dell’organizzazione.
Volevo dare la possibilità a noi studenti, ai miei amici, di dimostrare che l'università non è solo un luogo di ricezione passiva, ma anche uno spazio ed un tempo da vivere in cui l'incontro e lo scambio di idee ed opinioni possono suscitare in ognuno la volontà di interagire con il prossimo,  renderci capaci di confrontarci con il presente ed essere pronti per il futuro.
Mi dispiace di non essere riuscita a portare a termine questi obbiettivi, ma probabilmente questa era una tappa imprescindibile del mio percorso di crescita che mi ha fatto capire che ciò che è realmente necessario nella nostra regione, non è associazione diversa, ma è qualcosa che manca!
Di associazioni ce ne sono molte e di vario genere, per organizzare un seminario sui metodi d’indagine archeologica non c’è realmente bisogno di un’associazione.
Mi sono lasciata, consciamente o no, abbindolare dall’illusione che fare qualcosa “meglio di altri” ci avrebbe portato a ottenere risultati, ma ho scoperto che non è così, per cambiare bisogna fare cose diverse, completamente diverse, c’è bisogno di giovani, quei “pazzi idealisti e incazzati che vogliono cambiare il mondo”,  che sono spinti da un qualcosa a cercare di capire la realtà che cambia, che spendono il proprio tempo per analizzare questi cambiamenti e che dalla sintesi di queste elaborazioni sviluppino idee concrete, proposte, che lavorino per creare meccanismi che funzionino e per cancellare quelli i cui ingranaggi si sono inceppati e sono stati malamente unti più volte.
Avrei voluto suscitare l’interesse degli studenti per qualcosa che ne vale realmente la pena, la vita reale, invece di passare ore su libri che spesso facciamo fatica a comprendere perché datati, o sui social network a far finta di avere mille amici che fingono di sapere qualcosa, anelando a quel “posto fisso” che svilisce tutti i nostri diritti, mentre dovremmo indignarci nell’assistere quotidianamente alle patetiche scaramucce di ameni personaggi che cercano di speculare su un patrimonio archeologico che è nostro!
Non possiamo rimanere apatici nel vedere ricoprire di asfalto le mura di una villa romana e dire che non possiamo fare niente perché noi vogliamo fare solo cultura!
La cultura ce la facciamo rubare sotto i nostri occhi e noi rimaniamo immobili!
Mi sfugge un sorriso pensando che tanti laureati come me in questa università si vedono sottrarre il posto di lavoro che per il quale ci formano,  da persone che di archeologia non hanno mai sentito parlare, ed è gravissimo!!! Dovrei essere furibonda e invece sorrido!!!
È per questi motivi, per la mia incapacità di portare a termine i miei obbiettivi che con la presente rassegno le mie dimissioni dalla carica di presidente dell’associazione CHELISA, con effetto immediato.
Spero provvediate all’immediata elezione dei nuovi presidente e vicepresidente, intanto non mi sottrarrò agli impegni presi per il seminario di domani venerdì 20 aprile.
Non la considero una sconfitta però, perché l’associazione c’è e il direttivo sarà capace di portare avanti quello che è stato fatto finora, mentre io mi assumo l’impegno di  dimostrare quello che possiamo fare semplicemente riuscendo a liberarci del tipico “non mene tiene”, “non ora”, “fallo tu se proprio ci tieni”.
Voglio contribuire realmente a fare della cultura “la migliore amica della politica, ché la invaderebbe del sogno di un altro mondo, sogno che naturalmente è alla base di una cultura diversa” per citare Gian Vincenzo Gravina.
“IO VOGLIO SOLO AMPLIARE LE MIECONOSCENZE nell'ambito di beni culturali” mi ha detto uno dei ragazzi di CHELISA, bene allora

Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entisiasmo
Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza
Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza
(Antono Gramsci).



Daniela D’Amore


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